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P20002 Squilibrio di genere, degenerazione e violenza



La violenza contro le donne “in quanto donne” è un fenomeno che ha radici profonde nel nostro Paese; si tratta, infatti, di un fenomeno “strutturale” e per questo più difficile da rimuovere.

Colpisce la sua trasversalità, perché ne sono oggetto donne di ogni età, cultura, classe sociale, situazione economica e, allo stato, non esiste un fil rouge, che possa portare all’individuazione di donne, le cui caratteristiche espongano particolarmente al rischio violenza. Da ciò l’estrema difficoltà di intercettare le “avvisaglie”, di decodificare cioè gli indicatori di rischio, che possano supportare una efficace prevenzione.

Paradossalmente le relazioni domestiche sono il contesto in cui le donne sono esposte a maggiori rischi per la loro incolumità fisica e psicologica e con loro lo sono i loro figli, soggetti direttamente alla violenza o indirettamente, in quanto assistono a quella di cui sono vittime le loro madri. Su questo versante, assunto condiviso dei più recenti approdi scientifici, emerso con forza nei precedenti corsi, è che la violenza “assistita” è, in realtà, una vera e propria forma di violenza “diretta”.

È emerso altresì che l’elemento ricorrente, quasi una costante in questi casi, è che tra uomo e donna esiste una relazione squilibrata, per la quale la donna è “inferiore” socialmente, economicamente, fisicamente o psicologicamente e questa “inferiorità” favorisce l’agire di violenza. In filigrana si leggono tante storie di brutalità originate dalla degenerazione di questa strutturale situazione di svantaggio. Per tale ragione, quello della violenza contro le donne “in quanto donne” è anzitutto un problema culturale e sociale, legato al mancato raggiungimento di una reale parità tra uomo e donna, anche nelle democrazie occidentali.

Il corso prosegue la riflessione su questo tema, in continuità con i percorsi formativi realizzati nel 2018 e nel 2019, nella convinzione che una magistratura consapevole e attrezzata possa non solo tempestivamente reprimere, ma soprattutto riuscire a prevenire nuovi episodi di violenza.

Nel 2018 il corso ha indagato il fenomeno della violenza contro donne e minori nelle sue diverse declinazioni di violenza fisica, psicologica ed economica, con una particolare attenzione a riconoscere il confine liquido tra conflitto familiare e violenza, mentre, sul piano processuale, si è concentrato sul “nuovo” ruolo del PM ordinario destinato agli affari civili, dopo la legge di riforma sulla filiazione e l’interpretazione del novellato art. 38 disp. att. cod. civ.

Nel 2019 il corso è stato dedicato all’esame dell’organizzazione degli uffici giudiziari deputati a collaborare per realizzare una rete antiviolenza ed ha messo a confronto le prassi esistenti nei diversi uffici, con specifici focus sul loro coordinamento e sul collegamento penale/civile e magistratura ordinaria/minorile, arrivando ad enucleare proposte condivise, rinvenibili on-line tra i materiali del corso, per la migliore gestione di questi procedimenti.

L’iniziativa del 2020 sarà invece dedicata ad indagare il “sommerso”, in quanto si stima che oltre il 90% delle vittime non denuncia i maltrattamenti e gli abusi subiti, ad individuare cioè gli indicatori di rischio, le “avvisaglie” che, se immediatamente intercettate, possono scongiurare la violenza o la sua escalation. Saranno realizzati puntuali approfondimenti di tipo sociologico e psicologico che possano aiutare gli operatori di giustizia ad essere pronti nel riconoscere le situazioni di rischio, spesso mimetizzate in contesti sociali e domestici di assoluta normalità. Uno specifico focus sarà dedicato alle prime applicazioni del cosiddetto “codice rosso”, che ha avuto l’indiscusso merito di marcare l’urgenza di approntare un immediato sistema di ascolto e protezione delle vittime.

Il corso 2020 intende, dunque, promuovere una riflessione sulle potenzialità, in termini di efficacia del contrasto, di una rete tra le diverse Istituzioni, che a vario titolo sono preposte alla protezione di donne e bambini.


Caratteristiche del corso: 

Area: comune
 

 

Organizzazione: Scuola superiore della magistratura; durata: quattro sessioni (due giorni e mezzo); metodologia: mista (relazioni frontali, gruppi di lavoro, eventuale tavola rotonda); numero dei partecipanti: novanta; composizione della platea: ottanta magistrati ordinari e cinque magistrati onorari, oltre a cinque avvocati.

Eventuali incompatibilità: nessuna. 

Sede e data del corso: Scandicci, Villa di Castel Pulci, 15 gennaio 2020 (apertura lavori ore 15.00) – 17 gennaio 2020 (chiusura lavori ore 13.00).