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P21029 Nomofilachia e informatica



Tra  le  attribuzioni  della  Corte  Suprema  di  cassazione  assume  un  rilievo  particolare, quella  di  assicurare  "l'esatta  osservanza  e  l'uniforme  interpretazione  della legge”  e “l'unità del diritto oggettivo nazionale" (art. 65 del R.D. 30 gennaio 1941, n. 12). Infatti, la  funzione  nomofilattica  caratterizza  il  ruolo  svolto  dalla  Corte  nell’ambito  della giurisdizione ordinaria, quale organo di vertice chiamato ad esprimersi in ultima istanza sull’interpretazione  delle  norme,  interpretazione  che,  sebbene  non  abbia  valore vincolante, costituisce il cd. “diritto vivente”, secondo la nota e pregnante qualificazione resa dalla Corte costituzionale.E   la   funzione   nomofilattica,che   mira   ad   assicurare   condizioni   di   omogeneità nell’applicazione  della  legge,  anche  favorendo  la  prevedibilità  delle  decisioni,  quale principio di civiltà giuridica, riveste tanto più rilievo ove l’interprete e l’operatore del diritto  debba  misurarsi  connorme  di  non  immediata  intellegibilità,  come  quella  sul processo  telematico,  vuoi  per  la  tecnica  normativa  adoperata  (normativa  stratificata, spesso inserita con la tecnica della novellazione), vuoi per l’ambigua delineazione della gerarchia  delle  fonti  ovvero  per  l’intrecciarsi  di  concetti  giuridici  che  rimandano  a nozioni  tecniche,  definibili  solo  attraverso  il  ricorso  a  paradigmi  sovranazionali  e/o  a linee guida emanate da organi tecnici e soggette a rapida obsolescenza.La peculiarità del contesto normativo di riferimento ha reso tanto più fondamentale il ruolo  di  “nomofilachia  informatica”  che  la  Corte  di  cassazione  sta  svolgendo nell’affrontare la novità derivante dell’impatto di una normativa speciale “calata” ab extra nel tradizionale impianto dei codici procedurali. In effetti, nell’esaminare i diversi istituti processuali di volta in volta attinti dalla normativa speciale sul processo 
telematico, la Corte ha tendenzialmente cercato di rendere interpretazioni che, se da un lato  consentano  di  realizzare  le  potenzialità,  in  termini  di  efficienza  ed  efficacia, implicate dall’introduzione dell’innovazione nel sistema giustizia, dall’altro ne assicurino la strumentalità nell’ottica della salvaguardia della tutela dei diritti, quale fine ultimo cui è preordinata la stessa celebrazione del processo. Di qui, la valorizzazione, di volta in volta,  di  principi  consolidati  (quali  la  sanatoria  per  raggiungimento  dello  scopo,  la valenza  della  non  contestazione,  ovvero  il  ricorso  alla  rimessione  in  termini),  che, nell’elaborazione  giurisprudenziale,  si  sono  progressivamente  imposti  come  criteri ermeneutici di riferimento per indirizzare l’interpretazione della normativa speciale in materia.Il  corso  intende  guidare  i  partecipanti  nell’individuazione  del  percorso  interpretativo sviluppato dalla giurisprudenza di   legittimità nella re-interpretazione di alcuni istituti processuali  e/o  del  contesto  applicativo  di  riferimento  attraverso  l’esegesi  delle  più significative pronunce, per procedere all’elaborazione della nomofilachia informatica.