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P21056 delitti contro la pubblica amministrazione



Il settore dei delitti contro la pubblica amministrazione è stato al centro, nell’ultimo decennio, di rilevanti interventi normativi, che all’esito di una prolungata stagione di riforme ne hanno mutato sensibilmente l’assetto e la disciplina: dalla l. n. 190/2012 (c.d. legge Severino), alla legge n. 69/2015, per giungere alle più recenti l. n. 3/2019 (c.d. legge spazza-corrotti), al d.lgs. n. 75/2020 (attuazione direttiva P.I.F.) fino al d.l. n. 76/2020 (c.d. decreto-semplificazioni, che ha riformato l’abuso d’ufficio). L’attivismo del legislatore, in questo settore, è stato sollecitato dall’impulso delle convenzioni internazionali per il contrasto della corruzione e in genere del malaffare nella pubblica amministrazione, nella consapevolezza della dannosità sociale delle relative condotte, che incidono negativamente su una gamma particolarmente ampia di interessi: l’etica pubblica, la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, le regole della democrazia, la fiducia nella politica e nella giustizia, l’economia pubblica, la concorrenza, e molto altro ancora.

Non meno importante è stato d’altra parte in questi anni il ruolo della giurisprudenza, chiamata ad applicare le nuove disposizioni e a confrontarsi con una realtà criminologica in continua evoluzione (basti pensare alla diversa fenomenologia della corruzione nell’attività politica, dai tempi di Tangentopoli ad oggi, dopo l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e lo stesso superamento dei partiti tradizionali; oppure ai nessi sempre più evidenti tra corruzione e criminalità organizzata, emersi in inchieste in primo piano negli anni recenti).

Alla tradizionale azione repressiva, spesso frustrata, in termini di effettività, da elevati tassi di prescrizione del reato, si è affiancata negli ultimi anni una sempre più rilevante azione preventiva, valorizzata soprattutto a partire dalla legge n. 190 del 2012, istitutiva dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). Al trend verso l’inasprimento punitivo (con la rilevante eccezione, però, della recente riforma dell’abuso d’ufficio) si è associato un trend diretto alla amministrativizzazione della materia, che per prevenire il malaffare nella p.a. e ridurne l’incidenza ha valorizzato strumenti diversi da quelli penalistici (come ad esempio la trasparenza, l’accesso pubblico, la rotazione negli incarichi, la nuova disciplina degli appalti, la segnalazione anonima degli illeciti – c.d. whistleblowing).

La logica della prevenzione informa oggi i piani anticorruzione, nella p.a., come i modelli organizzativi nel settore privato, in conformità alla disciplina dettata dal d.lgs. n. 231/2001, del quale ricorre il ventennale.

Il corso rappresenterà l’occasione per una riflessione d’insieme sullo stato attuale della prevenzione e della repressione della corruzione e del malaffare nella p.a., attenta ai sempre più rilevanti profili di intersezione con il diritto amministrativo, che per gli aspetti rilevanti in rapporto ai delitti contro la p.a. (si pensi ad es. anche solo al tema della discrezionalità amministrativa, rilevante rispetto alla corruzione e all’abuso d’ufficio) deve oggi far parte del bagaglio di conoscenze del magistrato con funzioni penali.

Alla riflessione d’insieme si accompagnerà naturalmente l’approfondimento di novità normative e questioni applicative relative alle principali figure di reato: le diverse ipotesi di corruzione, la concussione, l’induzione indebita a dare o promettere utilità, il traffico d’influenze illecite, l’abuso d’ufficio, il peculato, la malversazione e la turbativa d’asta.

Saranno altresì considerati i profili sanzionatori (pene principali, sospensione condizionale della pena, pene accessorie, riparazione pecuniaria), le novità in tema di regole processuali (patteggiamento) e di esecuzione penale (disciplina dell’art. 4 bis ord. penit.), oltre che di strumenti investigativi (intercettazioni e operazioni sotto copertura).

Caratteristiche del corso:

Area: penale

Organizzazione: Scuola superiore della magistratura, in collaborazione con l’Autorità Nazionale Anticorruzione e con il Consiglio di Stato; durata: quattro sessioni (due giorni e mezzo); metodologia: mista (relazioni frontali, dibattito, gruppi di lavoro ed eventuale tavola rotonda); numero complessivo dei partecipanti: centoventi; composizione della platea: centoventi magistrati ordinari, dieci consiglieri di Stato e cinque avvocati.

Eventuali incompatibilità: nessuna.

Sede e data del corso:  Online, 28 giugno 2021 (apertura lavori ore 15.00) – 30 giugno 2021 (chiusura lavori ore 13.00).