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P21076 L’ufficio per il processo e l’ufficio di collaborazione del procuratore della Repubblica



L’introduzione dell’ufficio per il processo e dell’ufficio per la collaborazione del procuratore  costituiscono una preziosa innovazione nel panorama ordinamentale, ponendosi in linea di continuità con le considerazioni contenute nel parere n. 6 del Consiglio consultivo dei giudici europei (CCJE) del 24 novembre 2004, laddove si evidenzia la necessità che i giudici dispongano di assistenti con buone competenze in campo giuridico (assistenti dei giudici o referendari) cui poter delegare, sotto il loro controllo e responsabilità, alcune attività come la ricerca sulla legislazione e la giurisprudenza, la stesura di documenti semplici o standardizzati, nonché i rapporti con gli avvocati e/o il pubblico, ulteriormente approfondite nel successivo parere n. 22 della CCJE (2019) sul ruolo degli assistenti giudiziari, ove si specifica che questi ultimi possono fornire un valido supporto ai giudici e contribuire così a migliorare il lavoro dei tribunali e migliorarne l'efficienza.

Nel nostro ordinamento, tuttavia, il legislatore non ha inteso costituire un vero e proprio “ufficio del giudice” o del sostituto, ovvero un gabinetto (cabinet), composto almeno da un assistente giudiziario e da un segretario assegnati al singolo magistrato, come accade, ad esempio, nella Corte costituzionale italiana o nella Corte di giustizia dell’Unione europea o in altre realtà europee, quantomeno a livello di corti supreme.

Si è privilegiata, invece, la scelta di una struttura articolata (composta da un insieme eterogeneo di risorse personale amministrativo, giudici onorari e tirocinanti) a supporto di uno o più giudici professionali o di una o più sezioni (per i tribunali) o gruppi (in relazione alle procure), con il rischio di rendere meno efficace l’effettivo supporto a ciascun magistrato e con possibili disomogeneità a livello territoriale in ragione delle differenti risorse disponibili anche sul piano numerico.

Si rende dunque necessaria una efficace e articolata attività di coordinamento e di formazione, da parte della magistratura professionale e della Scuola superiore della magistratura, al fine di conseguire l’obiettivo di un effettivo incremento dell’efficienza della funzione giudiziaria.

Sia l’ufficio per il processo che quello di collaborazione del procuratore della Repubblica, tuttavia, sono dotate di non comune duttilità, avendo la disciplina normativa (sia primaria che secondaria) lasciato ampi spazi di manovra al dirigente, al fine di consentirgli di parametrare l’intima articolazione delle predette unità organizzative sulla base delle esigenze dei singoli uffici giudiziari al cui interno esse sono destinate ad operare.

Nonostante le difficoltà evidenziate, dunque, l’U.p.p. e l’U.c.p. costituiscono uno dei pochi strumenti a disposizione per migliorare l’efficienza del lavoro giudiziario e rappresentano una opportunità da sfruttare con l’obiettivo di migliorare l’efficienza della giustizia.

Il corso, partendo dall’esame delle fonti primarie e secondarie, intende approfondire le diverse prassi sviluppate all’interno degli uffici giudiziari allo scopo di condividere opportunità e criticità delle diverse opzioni, contribuendo a promuovere i modelli più efficienti.

Caratteristiche del corso:

Area: comune

Organizzazione: Scuola superiore della magistratura; durata: quattro sessioni (due giorni e mezzo); metodologia: mista (relazioni frontali, gruppi di lavoro, eventuale tavola rotonda); numero complessivo dei partecipanti: novanta; composizione della platea: quaranta magistrati ordinari, trenta magistrati onorari, dieci tirocinanti e cinque avvocati.

Eventuali incompatibilità: nessuna.

Sede e data del corso: Napoli Castel Capuano, 4 ottobre 2021 (apertura lavori ore 15.00) – 6 ottobre 2021 (chiusura lavori ore 13.00).