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P21093 Sequestri e confische nel procedimento penale ed in quello di prevenzione



L’aggressione ai patrimoni frutto di attività illecita costituisce da sempre la frontiera più avanzata della lotta alla criminalità organizzata ed a quella lato sensu economica. Inizialmente assente sia nel codice penale che in quello di procedura penale (basti pensare che le norme sull’esecuzione del sequestro preventivo erano modellate originariamente su quelle del sequestro probatorio, con funzione dunque esclusivamente statica e non di gestione ed amministrazione del bene), il corpus di norme in materia ha fatto ingresso nel nostro sistema grazie ad intuizioni geniali pagate con il sangue dei suoi precursori come Pio La Torre, che dà il nome alla legge 646 del 1982, senza dimenticare il contributo di Giovanni Falcone che delle indagini patrimoniali agli esponenti di Cosa Nostra è stato uno dei primi alfieri. Dalla nascita di un sistema di norme in tema di misure di prevenzione patrimoniali, mutuato dalle prassi giurisprudenziali, alle prime applicazioni in campo penale si è  assistito negli ultimi anni alla teorizzazione e poi alla creazione di un vero e proprio “statuo generale dei sequestri e delle confische” che ha visto il progressivo affermarsi di norme applicabili all’attuazione del provvedimento ed all’immissione in possesso, alla gestione dei beni ed alla tutela dei terzi.

Parallelamente sono sorti all’attenzione degli interpreti problemi di compatibilità dell’attività giurisdizionale di repressione dell’attività illecita con l’esigenza di prosecuzione della vita delle aziende sequestrate: la volontà di sottrarre linfa economica – dimostratasi vitale – ad attività criminose che sono in grado di proseguire, perpetuarsi e rinnovarsi nonostante l’emanazione di misure cautelari personali e sentenze di condanna nei confronti dei loro autori; il desiderio di preservare le condizioni di una corretta e libera concorrenza contrastando l’inquinamento economico e la distorsione delle regole derivanti da fatti di corruzione e di riciclaggio; la ricerca di strumenti più incisivi e dotati di maggiore forza preventiva e deterrente nei confronti della criminalità economico-amministrativa e della grande criminalità organizzata.

Il corso si propone un obiettivo non poco ambizioso: ricostruire un quadro ragionato di istituti – sequestri e confische – che negli ultimi anni si sono sviluppati in termini esponenziali ed attraverso processi legislativi tutt’altro che lineari. Saranno approfondite le tematiche dell’ampliamento dei casi di obbligatorietà dell’istituto per tipologie sempre più ampie di reati, dell’introduzione della confisca allargata finalizzata a colpire i patrimoni della criminalità organizzata, della diffusa applicazione della confisca per equivalente commisurata al profitto od al prezzo dell’illecito solo da un punto di vista quantitativo e perciò dotata di un significativo connotato sanzionatorio.

Ulteriori riflessioni saranno dedicate alla nozione di “profitto” rilevante ai fini della confisca ed alla possibilità di confisca nel caso di reato prescritto; alle relazioni intercorrenti tra la confisca e le procedure fallimentari ed esecutive; ai problemi nascenti dall’attuazione della Direttiva 73 2014/42/UE, relativa "al congelamento e alla confisca dei beni strumentali e dei proventi da reato nell'Unione Europea" ed al decreto legislativo di attuazione n. 202 del 29 ottobre 2016; ai riflessi in tema di confisca di importanti decisioni della Corte europea dei diritti umani e della Corte di giustizia della Unione Europea;  alle problematiche poste dalla confisca di prevenzione, ridefinita dalla legge n. 161 del 2017. Problematiche che vanno dallo spinoso problema dell’accertamento della disponibilità da parte del proposto di beni intestati a terzi sino alla individuazione dei criteri del giudizio di sproporzione del patrimonio. Indispensabile complemento della riflessione che il corso si propone di suscitare è naturalmente rappresentato dalla tutela dei diritti di credito dei terzi incisi dai provvedimenti ablativi di sequestro e confisca, secondo la disciplina dell’art. 52 del d.lgs. n. 159 del 2011, come interpretata dalle Sezioni unite penali con la sentenza n. 29847 del 2018. In tale contesto, sarà affrontata anche la questione dell’applicabilità della norma citata da ultimo alla confisca "allargata", già prevista dall’art. 12-sexies del decreto-legge n. 306 del 1992, oggi trasfuso nell’art. 240-bis del codice penale. Istituto, quest’ultimo, a proposito del quale saranno approfondite anche le implicazioni della “ragionevolezza interpretativa” cui si è riferita la sentenza della Corte costituzionale n. 33 del 2018.

 

Caratteristiche del corso:

 

Area: penale

Organizzazione: Scuola Superiore della Magistratura; durata: quattro sessioni (due giorni e mezzo); metodologia: mista (relazioni frontali, dibattito, gruppi di lavoro ed eventuale tavola rotonda); numero complessivo dei partecipanti: novanta; composizione della platea: ottanta magistrati ordinari con funzioni penali, cinque magistrati onorari con funzioni penali e cinque avvocati.

Eventuali incompatibilità: nessuna.

Sede e data del corso: Aula virtuale microsoft teams,  17 novembre 2021 (apertura lavori ore 15.00) – 19 novembre 2021 (chiusura lavori ore 13.00).