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P21038 La tutela del Made in Italy agroalimentare: non solo merce, non solo cibo.



“Mangia sano, mangia italiano”. Potrebbe sembrare uno slogan commerciale della grande distribuzione, che fa leva sulla tradizione locale dei prodotti e sulla genuinità del territorio. Tuttavia, scostando l’epidermica sensazione pubblicitaria, il distico svela gli assi cartesiani dell’indagine che ci occupa: ambiente e cibo. Nelle scorse edizioni del corso promosso dall’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura si è trattato del fenomeno dell’Italian Sounding come imitazione servile, concorrenza sleale, sofisticazione alimentare, danno all’economia nazionale, guardando ai profili civili, penali e comunitari, muovendo dalla giurisprudenza che ha enucleato il concetto di prodotto italiano, trattando del concentrato di pomodoro di origine cinese. Già nello scorso anno è emerso, però, che il cibo è diretta emanazione del territorio (non si fanno mozzarelle di bufala in Nord America con il latte delle bufale statunitensi) e della qualità dell’ambiente (non si fanno mozzarelle di bufala con il latte di bovini che pascolano in terreni inquinati). Vi è dunque una progressione che dalla merce porta al cibo e da questo all’ambiente, perché per trovare il “punto salute” occorre individuarne le coordinate fra l’asse del cibo e quello dell’ambiente.   

Non si tratta (più) solo di merce, si tratta di cibo che è tale se viene da un luogo salubre, dall’origine alla trasformazione. Lungo questo percorso, la salubrità non è solo - come nella normale accezione - un tema igienico – sanitario, ma include ambiti diversi e più ampi come: le frodi, l’etichettatura ingannevole, la concorrenza sleale, riciclaggio, lo sfruttamento del lavoro (caporalato e lavoro nero, immigrazione clandestina).

Un settore così complesso e cangiante può essere governato solo tramite competenze trasversali fra i tradizionali settori giuridici: al magistrato viene chiesto di intessere trama e ordito capaci di dare risposte efficaci e coerenti, per quel che di sua competenza e in sinergia con gli altri uffici, sgombrando le opacità che si rifugiano negli interstizi tra i diversi rami giuridici. Dalle indagini penali in tema di frode alimentare, allo scrutinio sulle nuove forme contrattuali della distribuzione, dalla tutela del consumatore ai compiti conservativi nella crisi d’impresa, finire con la tutela dell’ambiente, fra diritto amministrativo e penale, con la regia fra Procure in tema di reati ambientali: il corso ambisce a dipanare le diverse competenze giuridiche nella delicata materia di produrre, lavorare e mettere in commercio cibo sano … e veramente italiano.

 

Caratteristiche del corso:

 

Area: comune

Organizzazione: Scuola Superiore della Magistratura, in collaborazione con l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare; durata: quattro sessioni (due giorni e mezzo); metodologia: mista (relazioni frontali, dibattito ed eventuale tavola rotonda); numero complessivo dei partecipanti: centoventicinque; composizione della platea: centoventi magistrati ordinari e cinque avvocati.

 

Eventuali incompatibilità: nessuna.

Sede e data del corso: Aula virtuale Microsoft Teams, 12 maggio 2021 (apertura lavori ore 15.00) – 14maggio 2021 (chiusura lavori ore 13.00).

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