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D21071 Riforme del diritto penale tributario, prospettive sistematiche ed esperienze applicative



Il sistema dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto è stato interessato da due recenti interventi di riforma, quello di cui al d.l. 26 ottobre 2019, n. 124, convertito dalla legge 19 dicembre 2019, n. 157, e quello di cui al d.lgs. 14 luglio 2020, n. 75.

Questi interventi si innestano su una disciplina, che, istituita con il d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74 in dichiarata discontinuità con le precedenti esperienze normative, è stata poi oggetto di plurime ed incisive modifiche, come quelle recate dal d.l. 13 agosto 2011, n. 138, convertito dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, e dal d.lgs. 24 settembre 2015, n. 158, non sempre coerenti tra di loro, e fortemente condizionate da più generali esigenze politiche, economiche e sociali, ivi comprese quelle nascenti dai processi di integrazione nell’Unione Europea.

Appare perciò importante, innanzitutto, una ricognizione degli attuali assetti complessivi del sistema del diritto penale tributario in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, che ne individui i tratti fondamentali, oltre a delineare le specifiche implicazioni delle nuove disposizioni, ad esempio in tema di rapporti tra le fattispecie differenziate esclusivamente per soglie quantitative di elementi fittizi, di cause di non punibilità e accesso al rito del c.d. “patteggiamento”, nonché di punibilità del tentativo.

Una particolare attenzione, poi, deve essere dedicata alle conseguenze delle due recenti riforme in tema di responsabilità degli enti da reato e di giustizia penale patrimoniale. Sembra ragionevole, infatti, prevedere implicazioni di carattere più generale, incidenti, tra l’altro, sui modelli organizzativi delle imprese, sui rapporti tra il procedimento a carico dell’autore del reato e quello nei confronti dell’ente, e tra questo e gli accertamenti tributari dell’Autorità amministrativa, nonché sulle relazioni tra le diverse forme di confisca – diretta, per equivalente e per sproporzione – praticabili nei confronti delle persone fisiche e delle imprese. Problemi rilevanti, segnatamente, appaiono prospettarsi in ragione dell’esigenza di evitare duplicazioni di sanzioni e/o di ablazioni e violazioni del divieto di bis in idem processuale. La nuova disciplina suggerisce inoltre spunti di riflessione in ordine alla precisazione delle nozioni di confisca diretta e confisca per equivalente, anche ai fini delle reciproche delimitazioni applicative.

L’incontro, inoltre, costituisce l’occasione per un approfondimento dei rapporti tra il diritto penale tributario e il diritto tributario generale, per l’esigenza di un confronto utile alla ricerca di soluzioni coerenti tra i diversi rami dell’ordinamento, nella prospettiva della certezza del diritto e, quindi, della prevedibilità, per i destinatari della disciplina, delle conseguenze derivanti dalle proprie scelte. I settori di possibile raffronto sono molteplici. Al fine di offrire esempi emblematici, con spunti per l’approfondimento, si è preferito concentrare l’attenzione sui temi concernenti le fatture per operazioni soggettivamente inesistenti e l’elusione, con particolare attenzione alla localizzazione fittizia di società all’estero.

È prevista, infine, un’analisi delle prime esperienze applicative, alla luce dell’elaborazione della giurisprudenza di merito e delle soluzioni operative individuate dalla Guardia di Finanza.