Formazione permanente Torna Indietro
P21080 Le misure sospensive sostanziali e processuali nel sistema penale



Sospendere la pena o il giudizio, concedendo all’autore del fatto penalmente rilevante l’opportunità di essere messo alla prova per un certo periodo, con effetti estintivi rispetto al reato e/o alla pena, è un’idea alla base di istituti giuridici diversi e che si fa sempre più strada nel sistema penale, in Italia come all’estero. Si tratta di istituti presenti in tutte le fasi del procedimento penale: dalle indagini preliminari, passando per il giudizio e arrivando all’esecuzione. I meccanismi sospensivi, vecchi e nuovi, rappresentano alternative all’esecuzione della pena e, in particolare, alternative al carcere. Si tratta notoriamente di alternative ispirate all’idea-guida incarnata nell’art. 27, comma 3 Cost.: la rieducazione del condannato, quale esito di un trattamento sanzionatorio individualizzato, è talora e in rapporto a taluni autori di reato un obiettivo perseguibile evitando del tutto o in parte la pena ovvero anche solo la sottoposizione al processo, che di per sé è una “pena”.

Oggi le misure sospensive incidono sul sistema penale a tal punto che, senza di esse, il sistema penitenziario, già sovraffollato, collasserebbe. Il numero dei soggetti messi alla prova, a vario titolo, è infatti sostanzialmente pari a quello dei detenuti.

La consapevolezza del ruolo fondamentale e fisiologico delle misure probatorie-sospensive è crescente, come testimonia anche solo il fatto che presso il Ministero della Giustizia è stato istituito un dipartimento per la giustizia “di comunità”, che sovraintende all’esecuzione penale esterna.

La Scuola Superiore della Magistratura, con il presente corso, intende contribuire al rafforzamento di una simile consapevolezza e, al contempo, mira a fornire ai magistrati che operano nel settore penale l’opportunità di una riflessione unitaria e di uno sguardo sinottico alle diverse misure. Si tratta in altri termini di presentare un quadro unitario, aggiornato sotto il profilo del dato normativo, statistico e giurisprudenziale, di una realtà eterogenea, che non è immediato valutare unitariamente nel contesto di un sistema sanzionatorio sempre più articolato e complesso. Un tentativo simile, che la Scuola Superiore della Magistratura intende replicare, è stato di recente compiuto dall’Associazione Italiana dei Professori di Diritto Penale, nell’ambito di un progetto di ricerca, i cui risultati saranno opportunamente valorizzati.

Tre sono gli istituti probatorio-sospensivi attorno ai quali ruoterà il corso, seguendo le scansioni temporali del procedimento penale, che individuano altrettanti momenti di possibile sospensione e messa alla prova.

Il primo istituto, introdotto nel 2014 e ispirato a esigenze sia di deflazione processuale/penitenziaria sia di ricomposizione tra autore e vittima del reato, è rappresentato dalla sospensione del procedimento con messa alla prova dell’imputato (artt. 168 bis e ss. c.p.): un istituto che, come mostrano i dati statistici, ha riscosso un indubbio successo applicativo nella prassi, generando una elaborazione giurisprudenziale già consistente, sul versante tanto sostanziale quanto processuale.

Il secondo istituto – che vanta tra quelli considerati la storia più antica – è la sospensione condizionale della pena, che notoriamente tende ad essere disposta con larghezza, talora eccessiva. Da sempre il problema della più classica tra le misure sospensive è quello della sostanziale, frequente, assenza di contenuti sanzionatori: un problema che il legislatore ha saputo non riproporre rispetto alla sospensione del procedimento con messa alla prova e che, quanto alla sospensione condizionale, ha cercato di risolvere negli ultimi due decenni, con una serie di riforme volte tra l’altro a rendere obbligatoria la subordinazione ad obblighi a contenuto riparatorio/ripristinatorio (art. 165 c.p.), in caso di seconda concessione del “beneficio” o di condanna per taluni reati. Una flessibilizzazione dell’istituto, e della dosimetria sanzionatoria, è stata da ultimo poi realizzata dalla l. n. 3/2019 prevedendo che, in caso di condanna per alcuni delitti contro la p.a., la sospensione condizionale possa non estendersi alle pene accessorie.

Il terzo istituto che sarà considerato è infine quello dell’affidamento in prova al servizio sociale, che consente notoriamente la sospensione dell’esecuzione della pena detentiva nella fase finale o, attraverso il meccanismo della sospensione dell’ordine di carcerazione, prima dell’inizio della sua esecuzione. La messa alla prova del condannato rappresenta un istituto-chiave nel sistema dell’esecuzione penale delineato dalla legge sull’ordinamento penitenziario, assieme d’altra parte a un altro e ancor più risalente istituto disciplinato invece dal codice penale e che pure sarà oggetto di considerazione: la liberazione condizionale.

L’ambizione del corso sarà in primo luogo, come si è detto, quella di riflettere unitariamente sui diversi istituti, anche attraverso interessanti riferimenti all’esperienza comparatistica del ‘probation’ e del ‘parole’. In secondo luogo, e soprattutto, il corso cercherà di offrire una lettura coordinata e di sistema degli istituti stessi, che rappresentano fondamentali strumenti nelle mani del giudice per individualizzare la risposta sanzionatoria improntandola ad esigenze di rieducazione/risocializzazione/riparazione e al canone della sussidiarietà del ricorso alla pena carceraria, confinata nel ruolo di extrema ratio, assegnatole dalla Costituzione.

Caratteristiche del corso:

Area: penale

Organizzazione: Scuola superiore della magistratura; durata: quattro sessioni (due giorni e mezzo); metodologia: mista (relazioni frontali, dibattito, gruppi di lavoro ed eventuale tavola rotonda); numero complessivo dei partecipanti: novanta; composizione della platea: settanta magistrati ordinari con funzioni penali e venti magistrati di sorveglianza.

Eventuali incompatibilità: nessuna.

Sede e data del corso: Napoli, Castel Capuano -blended -, 13 ottobre 2021 (apertura lavori ore 15.00) – 15 ottobre 2021 (chiusura lavori ore 13.00).

Filtra corsi

Applica Filtro