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P22056 Interpretazione e analogia nel diritto penale: il diritto giurisprudenziale



Il rapporto tra legge e giudice e i confini entro i quali può dirsi fisiologico un diritto giurispruenziale, in un sistema improntato al principio della riserva di legge, rappresentano temi classici del diritto penale e dell’ermeneutica giuridica, che richiamano il magistrato sull’importanza dell’attività essenziale che è chiamato a compiere, quale interprete. Recenti e importanti decisioni – da parte della Corte costituzionale e delle Sezioni Unite della Cassazione – sollecitano oggi un rinnovato interesse per un particolare profilo, relativo al ricorso all’analogia nel diritto penale: tanto a quella vietata, in malam partem, quanto a quella entro certi limiti consentita, se in bonam partem. Il tema, classico, sarà approfondito al punto di vista teorico e pratico a partire dai principi da ultimo ricavabili dalla pronuncia della Corte costituzionale n. 98/2021, che ha rivolto un nuovo importante richiamo al rispetto del divieto di analogia in malam partem, definito «un limite insuperabile rispetto alle opzioni interpretative a disposizione del giudice di fronte al testo della legge». Quanto all’analogia in bonam partem, le riflessioni prenderanno le mosse dalla recente sentenza delle Sezioni Unite relativa all’art. 384, co. 1 c.p. che, in quanto causa di esclusione della colpevolezza, è stato ritenuto applicabile analogicamente anche a chi ha commesso uno dei reati ivi indicati per esservi stato costretto dalla necessità di salvare il convivente more uxorio da un grave e inevitabile nocumento nella libertà o nell'onore». Le due richiamate recenti decisioni della Consulta e delle Sezioni Unite forniranno l’occasione per allargare lo sguardo su una casistica giurisprudenziale molto ampia, cercando di ricavarne indicazioni operative utili per l’attività del magistrato. Appositi gruppi di lavoro saranno dedicati all’esame di casi controversi, relativi a diversi settori della parte speciale.

Caratteristiche del corso:

Area: penale

Organizzazione: Scuola Superiore della Magistratura, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano; durata: quattro sessioni; metodologia: a fianco di relazioni frontali, concepite in termini di presentazione dialogica dei temi e seguite da dibattito, saranno di norma previsti lavori tra gruppi ristretti di partecipanti con esame di casistica; numero complessivo dei partecipanti: novanta; composizione della platea: ottantacinque magistrati ordinari con funzioni penali e cinque avvocati.

Eventuali incompatibilità: nessuna

Sede e data del corso: Milano, Università degli Studi, 4 luglio 2022, (apertura lavori ore 15.00) – 6 luglio 2022 (chiusura lavori ore 13.00).

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