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P24015 Il contrasto alla criminalità organizzata tra diritto penale, processo ed esecuzione (corso Falcone)



Il fenomeno della criminalità organizzata, nelle molteplici forme che ha assunto ed assume nel nostro Paese, ha costretto il legislatore penale non solo a prevedere un vero e proprio corpus di norme di carattere sostanziale ma anche, più di recente, ad introdurre nel codice di procedura penale una serie di eccezioni o regole peculiari per adattare la complessità di questo tipo di procedimenti alla realtà delle indagini e del processo.

La necessità di trattazione unitaria di fenomeni criminali complessi ed articolati si è infatti in più occasioni scontrata con un modello di procedimento penale pensato per la definizione di singole condotte di reato e che, almeno nelle intenzioni del legislatore, avrebbe dovuto abbinare la certezza del diritto con la rapida trattazione del processo (va ricordato che uno dei cardini a cui si ispirava il codice di procedura penale era il principio di immediatezza, in omaggio al quale era addirittura previsto che il processo si concludesse in un’unica udienza con possibilità di prosecuzione al giorno successivo).

La consapevolezza di dover fornire una adeguata risposta sanzionatoria e processuale a fenomeni associativi criminali che coinvolgono centinaia di persone ha imposto l’adeguamento del processo tradizionale con introduzione di previsioni derogatorie ai termini di indagine ed a quelli processuali.

Per altro verso, l’eccezionale situazione di allarme sociale provocato da Cosa Nostra, camorra, ndrangheta e più di recente da fenomeni associativi di origine esogena ha avuto la conseguenza di una rimodulazione di alcuni degli strumenti di indagine più importanti per aumentarne l’efficacia: sono conseguentemente stati previsti standard diversi da quelli ordinari per eseguire operazioni di intercettazione telefonica ed ambientale (nonché, più di recente, di captazione informatica) e per l’adozione di misure cautelari personali.

Dall’insieme degli interventi di innesto sulle regole del codice di procedura penale di cui si è detto è di fatto derivato un corpus di regole processuali per i procedimenti per reati di criminalità organizzata tali da connotare oggi il nostro processo come dotato di un “doppio binario”.

Le leve dello scambio di questo immaginario snodo ferroviario sono in massima parte affidate alla magistratura inquirente, che nel momento dell’iscrizione di una notizia di reato ha la facoltà, connotando il fatto su cui indagare delle caratteristiche di (potenziale) reato di criminalità organizzata, di indirizzare il treno delle indagini sul particolare binario sopra evidenziato e dotarsi degli strumenti particolari che la legge gli consente.

Il corso vuole essere un’occasione di formazione e di riflessione sulle opportunità e le eventuali criticità di questo particolare tipo di procedimento penale, senza trascurare gli aspetti sostanziali e, come già avvenuto per la prima volta nel 2023, quelli esecutivi, divenuti di strettissima attualità a causa del recente dibattito riaccesosi sia in dottrina che in giurisprudenza sull’ergastolo ostativo.

Saranno esaminate, tra le altre, le regole per l’iscrizione di un procedimento per reati di criminalità organizzata e le norme previste in tema di termini di indagine e di proroga, anche alla luce della riforma Cartabia; la competenza distrettuale e le sue declinazioni; le norme previste per le intercettazioni e il captatore informatico e quelle per l’adozione di una misura cautelare personale ed approfondite le ulteriori differenze riscontrabili in fase di indagine preliminare.

Inoltre, saranno affrontate le peculiarità del dibattimento nei reati di criminalità organizzata, a partire dalla rilevantissima norma dettata dall’articolo 190 bis in tema di ripetibilità della prova ed alle sue refluenze sulla tenuta del sistema accusatorio.

Infine, saranno affrontati i delicati ed attualissimi temi dell’esecuzione della pena per i condannati per i reati in esame disciplinati dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario.

Caratteristiche del corso:

Area: penale

Organizzazione: Scuola superiore della magistratura; durata: quattro sessioni; metodologia: a fianco di relazioni frontali, concepite in termini di presentazione dialogica dei temi e seguite da dibattito, saranno di norma previsti lavori gruppi di lavoro con esame di casistica; numero complessivo dei partecipanti: novanta in presenza e trenta online; composizione della platea: centodieci magistrati ordinari con funzioni penali (tra i quali almeno venticinque magistrati DDA e DNA), cinque avvocati e cinque magistrati militari.

Eventuali incompatibilità: saranno postergati rispetto ad ogni altro richiedente coloro che risultino essere stati ammessi al corso P23036

Sede e data del corso: Scandicci, Villa di Castel Pulci, 11 marzo 2024, (apertura lavori ore 15.00) - 13 marzo 2024 (chiusura lavori ore 13.00).