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P24040 La responsabilità da reato degli enti



Ad ormai più di vent’anni dall’entrata in vigore del d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231, che ha introdotto nel nostro ordinamento la responsabilità da reato delle persone giuridiche, è ancora avvertita dalla Scuola l’esigenza di momenti di aggiornamento e di riflessione, per inquadrare i profili principali della materia, anche sul piano applicativo, e le questioni più discusse. Per il vero, nonostante il tempo trascorso, il problema forse più vistoso è quello della effettività della normativa. Per quanto l’art. 55 del decreto sembri stabilire in modo inequivoco l’obbligo di iscrizione della notizia di reato che possa comportare una responsabilità concorrente dell’ente, detta iscrizione è infrequente, perfino nelle zone economicamente più vitali del Paese, ed è davvero rara in molti distretti. Occorre dunque interrogarsi sulle ragioni, certo molteplici e complesse, di questo fenomeno. Ad ogni modo vi è stata una relativa accumulazione di esperienze e precedenti, che ha portato alla soluzione di molte delle questioni inizialmente poste dalla disciplina (cominciando dal chiarimento che la responsabilità dell’ente è compatibile con il principio di colpevolezza, fondandosi su di un’accertata colpa in organizzazione). Altre questioni, però, sono rimaste aperte, e nuove esigenze di riflessione si pongono con la progressiva estensione dei reati–presupposto per i quali, nel concorso delle relative condizioni, può nascere la responsabilità dell’ente. Vi sono poi questioni generali che animano l’attuale dibattito, sia riguardo ai profili sostanziali che con riferimento a quelli processuali della disciplina. Nella prima prospettiva basti citare, a titolo di esempio, le questioni dell’applicabilità di istituti quali l’esclusione della punibilità per la particolare tenuità del fatto e la sospensione del procedimento con messa alla prova. Quanto alle questioni processuali, i nodi da sciogliere sono numerosi e cruciali, a cominciare dalla portata effettiva delle garanzie per il diritto al contraddittorio ed all’equo processo in capo alla persona giuridica destinata ad un provvedimento punitivo.
Una consapevolezza sempre maggiore, emersa da corsi che la Scuola ha dedicato alla materia negli anni passati, è quella della opportunità, per il magistrato, di conoscere meglio la realtà dell’impresa approfondendo le dinamiche e le logiche dell’organizzazione aziendale. Il corso dedicherà pertanto a ciò momenti di approfondimento – anche nei gruppi di lavoro - utili per meglio approcciare tematiche quali quelle relative all’adozione e all’aggiornamento dei modelli organizzativi e alla costituzione e al funzionamento degli organismi di vigilanza. Di rilievo sempre maggiore, infine, è il tema delle c.d. internal investigations e del loro possibile rilievo in sede processuale.

Caratteristiche del corso:

Area: penale

Organizzazione: Scuola superiore della magistratura; durata: quattro sessioni; metodologia: a fianco di relazioni frontali, concepite in termini di presentazione dialogica dei temi e seguite da dibattito, saranno di norma previsti lavori tra gruppi ristretti di partecipanti con esame di casistica; numero complessivo dei partecipanti: centoventi online; composizione della platea: centocinque magistrati ordinari con funzioni penali, dieci magistrati amministrativi individuati a cura del Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa, cinque avvocati.

Eventuali incompatibilità: saranno postergati rispetto ad ogni altro richiedente coloro che risultino essere stati ammessi al corso P23064.

Sede e data del corso:  Aula virtuale Microsoft Teams, 10 giugno 2024, (apertura lavori ore 15.00) - 12 giugno 2024 (chiusura lavori ore 13.00).