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P24002 La trasformazione digitale dello spazio europeo



Le tecnologie e l'innovazione sono, ormai, parte della nostra vita quotidiana e stanno ridefinendo non solo il nostro modo di vivere ma anche il volto della Giustizia.
Durante i lavori del Forum europeo sulla «giustizia digitale» del 2021, organizzato dalla Commissione europea, è stata richiamata la “irresistibile normatività” della tecnologia che già Natalino Irti aveva citato in occasione del focus sulla dematerializzazione dei documenti, tenutosi a Roma nel 2008. Questa “forza” evocativa di “nuove norme” ha potuto cavalcare, in tempi recenti, le opportunità dei fondi iniettati nello Spazio dell’Unione europea dai Piani di ripresa e resilienza, nei quali è stato apposto un vincolo di destinazione di una consistente parte degli introiti a beneficio della transizione digitale.
È stata, così, ufficialmente inaugurata una inedita stagione delle riforme destinata a cambiare il volto dello spazio giudiziario europeo; una stagione necessaria per far fronte alle nuove sfide emerse e alle nuove esigenze sorte.
Si tratta di obiettivi concreti e ambiziosi, come dimostra il cd. Digital Compass 2030, il programma strategico per il decennio digitale, adottato dalla Commissione europea nel 2021, che fissa traguardi e obiettivi concreti per il 2030, ed è destinato a guidare la trasformazione digitale dell'Europa dei prossimi anni, con attività e iniziative legislative. La “pioggia” di interventi è, peraltro, ben avvertita dagli interpreti, non solo per atti dell’UE già entrati in vigore ma anche per altri in fase avanzata di negoziato e di prossima applicabilità. Di fronte a questa cospicua e intensa attività del legislatore unionale, l’operatore rischia di restare smarrito, già solo per la mancanza di una raccolta delle fonti di cognizione, un loro inquadramento e l’utilità di ricostruirle in modo sistematico e coordinato, comprenderne l’esatto campo di applicazione, chiarirne il rapporto con la legislazione nazionale, identificarne i principali tratti di novità: in altre parole, prepararsi all’onda della digitalizzazione.
La finalità del corso è quella di identificare il quadro europeo già formatosi o in via di adozione, con un approccio sistematico e di ricostruzione, senza rinunciare anche ad un confronto critico che includa l’aspetto dell’impatto sul nostro ordinamento.
Con riferimento più specifico all’oggetto, si intende, innanzitutto, esaminare e ricostruire la disciplina europea di nuova introduzione per la digitalizzazione dello spazio giudiziario europeo che include un nutrito ventaglio proposte, dirette a digitalizzare la cooperazione giudiziaria transfrontaliera , garantire lo scambio di informazioni digitali nei casi di terrorismo , sviluppare una piattaforma di collaborazione per le squadre investigative comuni , consentire una cooperazione efficace nello scambio e nella conservazione delle prove digitali (cd. pacchetto e-Evidence).
In questa cornice, saranno esaminate anche le altre iniziative UE che, pur non avendo espressamente ad oggetto la trasformazione digitale della giustizia, ne imboccano la direzione, ad esempio istituendo regole di interoperabilità digitale o registri interconnessi e finanche portali (proposta in tema di insolvenza; proposta in materia di protezione degli adulti vulnerabili; proposta sull’uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario).
L’onda di riforme è destinata a includere anche uno degli aspetti più significativi dell’era digitale: la comunicazione. In questo cantiere, si svolgono i lavori europei per modificare e ammodernare le regole relative a servizi di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno (eIDAS).
Altro aspetto sensibile è quello che riguarda le iniziative atte a governare la Pangea digitale, come cercano di fare la nuovissima legge UE sui servizi digitali o il molto discusso Regolamento per il contrasto all’abuso di minori online: in entrambi i casi, l’idea è quella di garantire un ambiente digitale che sia sicuro, luogo in cui i diritti sono rispettati ed esaltati.
Si andrà anche ad approfondire lo studio dell’imminente nuovo quadro UE in materia di intelligenza artificiale, che include la “storica” prima “legge europea sull’IA” e il pacchetto di proposte in tema di responsabilità civile derivante dall’uso di sistemi di intelligenza artificiale .
E non resterà esclusa anche la grande macroarea dei dati, toccando, in particolare, il tema delle nuove norme che disciplinano chi può accedere ai dati generati nell'UE in tutti i settori economici e utilizzarli (una legge sui dati che mira a garantire equità nell'ambiente digitale) oppure la materia dello spazio europeo (e scambio digitale) dei dati sanitari.
Infine, l’interprete potrà anche confrontarsi con il pacchetto di iniziative – soprattutto di soft law – dirette a garantire che la digitalizzazione compia i suoi passi, uno dopo l’altro, sempre nel rispetto dei diritti fondamentali, soprattutto delle persone più vulnerabili, come i minori.

Caratteristiche del corso:

Area: comune

Organizzazione: Scuola superiore della magistratura; durata: quattro sessioni; metodologia: a fianco di relazioni frontali, concepite in termini di presentazione dialogica dei temi e seguite da dibattito, saranno di norma previsti lavori tra gruppi ristretti di partecipanti con esame di casistica; numero complessivo dei partecipanti: novanta in presenza e trenta online; composizione della platea: centodieci magistrati ordinari sia civili che penali, dieci avvocati.

Eventuali incompatibilità: nessuna

Sede e data del corso: Napoli, Castel Capuano, Piazza Enrico De Nicola, 15 gennaio 2024, (apertura lavori ore 15.00) - 17 gennaio 2024 (chiusura lavori ore 13.00).

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