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P24019 La gestione dei rischi naturali e la responsabilità penale degli operatori di Protezione civile



Il cambiamento climatico e le sue ripercussioni su un territorio fragile come quello del nostro Paese hanno determinato il verificarsi, con sempre maggiore ricorrenza, di fenomeni meteorologici estremi che, se sino a qualche anno fa potevano essere correttamente definiti come eccezionali, oggi rappresentano degli accadimenti con cui imparare ciclicamente a convivere.

Nell’attesa che vengano individuate e realizzate efficaci strategie di prevenzione e mitigazione di tali eventi, l’onere di contenere gli effetti che tali calamità possono avere sulla popolazione e sui beni ricade, in gran parte, sul Sistema di Protezione civile, il cui ruolo e la cui attività risulta, se possibile, ancora più importante che in passato.

D’altra parte, la disponibilità di strumenti tecnologici sempre più evoluti e raffinati ha implementato lo strumentario a disposizione del Sistema di Protezione civile, al quale sono oggi richieste previsioni sempre più precise e aggiornate, anche in corso di evento (c.d. nowcasting), cui associare una corretta, tempestiva e capillare attività di informazione e allertamento della popolazione esposta al rischio, individuata tramite sistemi di geolocalizzazione e ormai raggiungibile direttamente sulle utenze cellulari pressoché in qualsiasi momento (come dimostrano i recenti test prodromici all’implementazione di IT-Alert).

A fronte di un tale scenario e tenuto conto dell’intramontabile tendenza ad affrontare i problemi della modernità facendo ricorso allo strumentario penalistico, è evidente il rischio che ogni fallimento del sistema prevenzionistico possa dare luogo alla ricerca di specifici responsabili – all’interno del Sistema di Protezione civile – i quali potranno essere chiamati a rispondere penalmente per quanto accaduto.

Si tratta, a ben vedere, di una tendenza in corso da diversi anni e che pare destinata ad acuirsi ulteriormente, provocando ripercussioni sistematiche di non poco momento. L’incremento dei procedimenti penali nei confronti degli operatori di protezione civile, infatti, comporta il concreto rischio di un possibile peggioramento delle performance del Sistema di Protezione civile (basti pensare all’adozione di comportamenti difensivi e all’aumento delle cd. “false allerte” ovvero alla minore attrattività dei ruoli di maggior responsabilità, laddove eccessivamente esposti al rischio di condanne, spesso percepite come ingiuste e guidate dalla logica del “capro espiatorio”) e ciò proprio nel momento in cui il Paese confida maggiormente nelle capacità prevenzionistiche di tale Sistema.

È evidente, allora, come il ruolo della magistratura chiamata a pronunciarsi sulle responsabilità connesse allo svolgimento di tali attività assuma importanza fondamentale, dovendo, da un lato, contemperare le esigenze dell’accertamento della verità e della tutela delle vittime con i diritti degli indagati, e contribuendo, dall’altro, a fissare le regole di condotta utili al buon funzionamento del Sistema di Protezione civile e a rendere maggiormente prevedibili le valutazioni dell’autorità giudiziaria.

Sulla base di tali coordinate, il Corso si propone l’obiettivo di favorire, all’interno della magistratura – tanto requirente, quanto giudicante – una piena comprensione della struttura, delle regole organizzative, delle capacità operative e dei limiti scientifico-tecnologici che caratterizzano l’attuale Sistema della Protezione civile, nonché di analizzare – con un approccio multidisciplinare che tenga conto delle peculiarità che caratterizzano le organizzazioni complesse e le insidie che attengono alla comunicazione e gestione dei rischi naturali – le questioni penalistiche di maggior rilievo (l’individuazione dei soggetti titolari di posizioni di garanzia, l’accertamento causale, la valutazione della colpa, il rapporto fra scienza e diritto), emerse dalla giurisprudenza in materia.

Il Corso comprenderà anche una visita dei partecipanti al Centro operativo del Dipartimento di protezione civile, nel corso della quale saranno illustrate le risorse tecniche e umane disponibili, e sarà in particolare trattato il tema della previsione e del monitoraggio di eventi catastrofici e dell’organizzazione delle attività conseguenti.

Caratteristiche del corso:

Area: penale

Organizzazione: Scuola superiore della magistratura in cooperazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e con il Dipartimento della Protezione Civile; durata: due sessioni; metodologia: relazioni frontali, concepite in termini di presentazione dialogica dei temi e seguite da dibattito; numero complessivo dei partecipanti: settanta in presenza; composizione della platea: settanta magistrati ordinari con funzioni penali.

Eventuali incompatibilità: nessuna

Sede e data del corso: Roma, Dipartimento della Protezione civile, via Vitorchiano, n. 2, 18 marzo 2024, (apertura lavori ore 15.00) - 19 marzo 2024 (chiusura lavori ore 13.00).

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