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P24035 Questioni in tema di responsabilità civile



Il nucleo centrale del corso avrà ad oggetto il percorso della giurisprudenza, con particolare attenzione a quella della Corte di cassazione, in tema di responsabilità civile, prendendo le mosse dalle c.d. pronunce di San Martino bis, adottate nel 2019 dalla Terza sezione civile a distanza di 11 anni dal deposito delle sentenze, che, a Sezioni unite, tentarono di definire il formante giurisprudenziale del danno non patrimoniale (Cass, S.U., n. 26972-26975 del 2008).

Una sessione specifica sarà dedicata al tema dell’onere della prova del nesso di causa che è tra le questioni più controverse degli ultimi decenni. La Corte di cassazione ha offerto una chiave di lettura sulla base di una ricostruzione concettuale che, pur mantenendosi nel solco già tracciato da Cass. n. 18392 del 2017, ha tenuto conto, nelle decisioni più recenti, delle critiche mosse da parte della dottrina.

Quello del nesso causale costituisce “un problema ermeneutico pressoché insolubile sul piano della dogmatica giuridica pura (che) pare destinato inevitabilmente a risolversi entro i (più pragmatici) confini di una dimensione "storica", o, se si vuole, di politica del diritto” (Cass., 18 aprile 2005, n. 7997). Al tema della causalità la Scuola Superiore della Magistratura ha dedicato una attenzione particolare, sia per numero di corsi, che per pregnanza degli approfondimenti, per tentare di superare la naturale ritrosia dell’operatore del diritto ad accettare l’idea stessa della convivenza di differenti criteri di valutazione della causalità, in ambito civile e penale, per l’accertamento dei medesimi fatti e per colmare la percezione di un gap tra l’elaborazione della giurisprudenza di legittimità, la visione della dottrina e l’applicazione di quei principi da parte della giurisprudenza di merito.

Quanto all’area del danno risarcibile, saranno esaminate le più recenti tematiche rivisitate dalla giurisprudenza di legittimità come la macro area del danno non patrimoniale da morte (la rilevanza del danno morale catastrofale, in aggiunta del danno biologico terminale, la dimensione del danno da perdita del rapporto parentale e le recentissime decisioni sul danno da perdita di chance) e l'autonoma risarcibilità del danno da lesione dell'autodeterminazione, rispetto al danno alla salute, come anche la categoria del danno morale rispetto a quella del danno biologico relazionale, con i conseguenti effetti in ordine alla valutazione di adeguatezza delle tabelle di liquidazione del danno predisposte dai più rilevanti uffici giudiziari.

Il corso costituisce, in definitiva, un tentativo di ricognizione dell’itinerario giurisprudenziale e delle posizioni della dottrina, segnalando le persistenti differenze di approccio teorico-dogmatico, ma anche i punti di vicinanza, apprezzabili soprattutto sul piano della pratica giudiziaria, attraverso la «chiave di volta» rappresentata dal meccanismo delle prove presuntive.

Caratteristiche del corso:

Area: civile

Organizzazione: Scuola superiore della magistratura in collaborazione con l’INAG; durata: quattro sessioni; metodologia: a fianco di relazioni frontali, concepite in termini di presentazione dialogica dei temi e seguite da dibattito, saranno di norma previsti lavori tra gruppi ristretti di partecipanti con esame di casistica; numero complessivo dei partecipanti: novanta in presenza e trenta online; composizione della platea: centocinque magistrati ordinari con funzioni civili, dieci magistrati onorari con funzioni civili, cinque avvocati.

Eventuali incompatibilità: saranno postergati rispetto ad ogni altro richiedente coloro che risultino essere stati ammessi al corso P23010.

Sede e data del corso:  Scandicci, Villa Castel Pulci, 27 maggio 2024, (apertura lavori ore 15.00) - 29 maggio 2024 (chiusura lavori ore 13.00).

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