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P24064 Prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne e domestica



La Scuola superiore della magistratura da diversi anni organizza un incontro di studio in coincidenza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, al fine di sottolineare la piena adesione ai contenuti ed agli obiettivi degli strumenti internazionali, della Convenzione delle Nazioni Unite sulla eliminazione della discriminazione contro le donne adottata dall’Assemblea generale nel dicembre 1979 e soprattutto della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e domestica, cd Convenzione di Istanbul. Per rafforzare la risposta ad un fenomeno di violenza di estrema gravità e dar pieno adempimento alla Convenzione di Istanbul - la quale dedica il capitolo VI (articoli da 49 a 58) agli aspetti processuali penali connessi ai reati di violenza di genere ed individua le misure («legislative o di altro tipo») che gli Stati devono adottare per garantire il pieno rispetto dell’accordo internazionale- il legislatore è intervenuto con la legge 19 luglio 2019, n. 69 (cosiddetto Codice rosso). La normativa ha apportato modifiche ad alcune norme del codice penale e di procedura penale, con lo scopo di meglio reprimere i reati di violenza di genere e domestica e di offrire una più significativa tutela alle donne ed ai minori vittime di tali violenze. In particolare, è stata stabilita l’obbligatoria tempestività dell’intervento sia della polizia giudiziaria che dell’autorità inquirente, anche mediante l’audizione della persona offesa o denunciante nel termine di tre giorni dalla data di iscrizione della notizia di reato. Si rammenta che proprio i ritardi nell’avvio delle indagini dopo la denuncia della violenza e l’assoluta sottovalutazione del rischio con la mancata adozione di misure di protezione hanno portato alla condanna del nostro Paese da parte della Corte EDU nella sentenza Talpis v. Italia (2.3.2017, ricorso 41237/14). E’ molto importante, in una prospettiva di tutela più ampia, non limitata al momento della repressione penale, la riforma contenuta nel D.lgsl 10.10.2022 n. 149 il quale, in attuazione della l. 26.11.2021 n. 206, nel quadro della riforma del processo civile, ha previsto una sezione interamente dedicata alla violenza domestica o di genere, all’interno del libro IV bis del codice di procedura civile, contenente il nuovo rito unificato in materia di persone, minorenni e famiglie. Si tratta di norme di assoluta novità, che esigono una specifica professionalità del giudice civile, anche al fine della prevenzione di fenomeni di vittimizzazione secondaria, oggetto di un preciso obbligo previsto dall’art. 18 della Convenzione di Istanbul.
Ed ancora il legislatore, con il fine di rendere più efficace la tutela, ha introdotto, con la legge 8 settembre 2023 , n. 122, alcune modifiche al Codice rosso in tema di poteri dei procuratori della Repubblica e dei procuratori Generali sul rispetto del termine acceleratorio delle indagini nei casi di violazione dell’articolo 362, comma 1-ter c.p.p, in materia di assunzione di informazioni dalle vittime di violenza domestica e di genere e di raccolta di informazioni.
Esiste poi una proposta di direttiva europea sul tema della violenza che ha visto l’approvazione dell’orientamento generale nel maggio 2023 e dunque in prospettiva sarà adottata una disciplina eurounitaria al fine di favorire l’armonizzazione dei sistemi interni.
Gli interventi legislativi ricordati evidenziano una situazione di emergenza che porta ad interrogarsi sull’efficacia del sistema di protezione contro la violenza. La difficoltà che emerge dall’esperienza giudiziaria di fornire risposte adeguate ai troppi casi di violenza che si registrano quotidianamente deve aprire un confronto ed una riflessione sulla necessità di un lavoro sinergico tra tutti gli operatori, prima di tutto i magistrati, che sono chiamati ad intervenire con ruoli e strumenti di tutela diversi. I giudici civili spesso affrontano controversie nelle quali la violenza è solo annunciata, in un momento nel quale l’aggressione fisica o psicologica può essere scongiurata e non solo repressa. Il compito di prevenire è complesso, perché lo sviluppo della patologia familiare matura all’interno delle mura domestiche, in modo non sempre avvertito e lo svelamento di questa realtà è spesso complicato dal difficile confine tra conflittualità e violenza. Il corso offrirà quindi un approfondimento ed un primo confronto sulle realtà applicative delle nuove norme in materia di violenza domestica introdotte dal sopra ricordato d.lgsl. 149/2022.
In uno spirito di confronto e dialogo verranno evidenziate ed approfondite le potenzialità della funzione del pubblico ministero all’interno dei procedimenti civili, affinché non solo siano valorizzati, grazie al ruolo della parte pubblica, i poteri istruttori del giudice civile, stretto tra principio della domanda e rigore della dialettica processuale, ma sia assicurato il migliore e più immediato collegamento con la giustizia penale, indispensabile all’adozione di misure interdisciplinari coerenti e coordinate.
Il corso muove dalla convinzione che per la realizzazione degli obiettivi di tutela individuati dalla Convenzione di Istanbul è fondamentale una formazione specializzata dei magistrati chiamati ad occuparsi, in tempi e con strumenti diversi, dei fenomeni di violenza domestica e di genere, una formazione che deve coinvolgere magistrati che operano su fronti diversi, in particolare la magistratura requirente e quella giudicante del settore famiglia e persone. L’approccio integrato delle professionalità risponde per altro appieno alle indicazioni contenute nella stessa Convenzione di Istanbul. La necessità di formazione specifica è emersa chiara dalla pronuncia della Corte EDU, J.L. c. Italia, (ricorso n. 5671/2016, sentenza 27 maggio 2021) nella quale la presenza di stereotipi di genere e la mancanza di attenzione alla problematica della vittimizzazione secondaria è stata sottolineata anche dal linguaggio utilizzato, come evidenziato dalla pronuncia.
Il corso avrà anche una impostazione pratica, volendo porre a confronto le prassi esistenti nei diversi uffici giudiziari per il contrasto alla violenza domestica, prassi spesso trasfuse in protocolli di intesa sottoscritti con i diversi soggetti istituzionali operanti sul territorio, al fine di individuare le modalità più idonee per un intervento preventivo e repressivo. La Scuola, in piena rispondenza alla sua natura istituzionale, deve essere luogo primario di scambio e approfondimento delle diverse esperienze al fine di far emergere e rendere conoscibili le linee di attività risultate particolarmente efficaci nella realizzazione di una efficiente prevenzione e repressione dei fenomeni di violenza domestica e di genere. L’impegno formativo della Scuola nel favorire la creazione di professionalità specializzate ha visto negli ultimi anni solo la realizzazione di questo importante corso ma anche una attività seminariale attraverso il progetto “Laboratori Strasburgo”, nel quale è stato dato ampio spazio alla conoscenza delle problematiche tramite il confronto e la discussione secondo il modello del workshop.

Caratteristiche del corso:

Area: comune

Organizzazione: Scuola superiore della magistratura; durata: quattro sessioni; metodologia: a fianco di relazioni frontali, concepite in termini di presentazione dialogica dei temi e seguite da dibattito, saranno di norma previsti lavori tra gruppi ristretti di partecipanti con esame di casistica; numero complessivo dei partecipanti: novanta in presenza e trenta online; composizione della platea: novantacinque magistrati ordinari con funzioni civili e penali (tra cui quaranta magistrati con funzioni requirenti), venti magistrati minorili, cinque avvocati.

Eventuali incompatibilità: saranno postergati rispetto ad ogni altro richiedente coloro che risultino essere stati ammessi al corso P23075.

Sede e data del corso: Napoli, Castel Capuano, Piazza Enrico De Nicola, 25 novembre 2024 (apertura lavori ore 15.00) – 27 novembre 2024 (chiusura lavori ore 13.00).

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